sabato 14 febbraio 2015

Eleonora d'Arborea e la Sartiglia


Eleonora d'Arborea
 
La storia della Giudicessa Eleonora (o Elianora) d'Arborea, una delle donne più valorose della storia della Sardegna vissuta tra il 1347 e il 1404, è giunta a noi per mezzo di pochi documenti storici e tante leggende legate alla sua persona. Di sicuro, sappiamo che Eleonora è stata una figura fondamentale nella gestione del suo giudicato, l'ultimo stato sardo autoctono, e per la promulgazione della Carta de Logu.

Nel 1383 il fratello di Eleonora Ugone, giudice di Arborea, viene assassinato assieme a sua figlia nel suo palazzo da alcuni congiurati. Si pone a questo punto il problema della successione: Eleonora in quel tempo ha già due figli maschi avuti dal matrimonio con Brancaleone Doria, ma sono ancora in età puerile. Per tutelare l’onore del fratello ucciso e garantire a suo figlio Federico il trono di Arborea, Eleonora si proclama Juighissa de Arbaree grazie all’antico diritto regio sardo secondo il quale le donne potevano succedere al trono del loro padre o fratello.

La sua reggenza sarà caratterizzata dal continuo contrasto verso l'invasione aragonese. Per rafforzare la propria posizione, Eleonora comincia a visitare in prima persona molte città e borghi dell'Oristanese, cercando di far giurare al popolo fedeltà al figlio Federico. I suoi sforzi sono ripagati, e molti si arruolano nell'esercito per combattere il nemico nel nome della giustizia e del popolo sardo. Nel 1387 il primogenito Federico muore e a lui succede il fratello Mariano, sempre sotto la reggenza della madre Eleonora. La situazione politica non cambia e nel Giudicato la guerra continua ad alternarsi a trattative di pace per altri due decenni.

Antonio Benini "Eleonora d'Arborea in atto di scrivere la Carta De Logu"
 
Una delle eredità più importanti di Eleonora è la Carta de Logu (Carta del Popolo), emanata nel 1392 e rimasta per molti secoli una delle principali fonti giuridiche della Sardegna. Eleonora sceglie di far redigere la Carta in arborense, chiaro segno del suo intento di farne conoscere il contenuto al popolo. Come principio fondamentale, viene sancita l'uguaglianza degli uomini davanti alla legge. Tra le altre cose trattate vi sono le uccisioni, lo stupro, l’adulterio, il testamento, le aggressioni, i furti, l’usura, i falsi, le negligenze dei giudici, le testimonianze, le usucapioni, la caccia, la pastorizia, le questioni fiscali, il commercio e tutto ciò che riguarda la vita giuridica, amministrativa e sociale del giudicato.


Sa Sartiglia di Oristano

Sa Sartiglia è una delle manifestazioni più importanti della Sardegna, una giostra equestre che si tiene l'ultima domenica e l'ultimo martedì di carnevale. Il nome deriva dallo spagnolo Sortija e significa "anello" (in latino Sorticula il cui diminutivo è Sors, fortuna).

Sa Sartiglia 2015

La giostra è organizzata dai due gremi più antichi di Oristano: il gremio dei contadini e il gremio dei falegnami. I cavalieri partecipanti, lanciato il cavallo al galoppo, devono infilzare con la spada una stella appesa ad un nastro. Secondo la tradizione, un grande numero di stelle conquistate rappresenta un buon auspicio per l'anno e per il raccolto.

Il capo-corsa è "Su Componidori" e la sua vestizione in pubblico sancisce l'inizio della cerimonia. Ultimata la vestizione, Su Componidori sale a cavallo direttamente dal tavolo in cui si è svolta tutta la cerimonia e non potrà assolutamente toccare terra se non al termine della manifestazione, poiché una sua eventuale caduta porterebbe a un'annata di carestia e sciagure.

Dopo la Sartiglia si svolge la corsa delle Pariglie, durante la quale i cavalieri corrono a tre per volta e combinandosi tra di loro, eseguono, in piedi sulle groppe dei cavalli, figure e acrobazie di notevole complessità.

Eleonora d'Arborea, edizione 2014 (Stella Meloni)

Di recente, si è aggiunto per volere della Proloco di Oristano anche il corteo storico di Eleonora D'arborea che viene aperto ogni anno da una nuova figurante a cavallo che monta in amazzone. Anche in questo caso la cerimonia è aperta dalla vestizione in pubblico di Eleonora in cui le viene posto il copricapo grazie all'aiuto di alcune ancelle. Poi si svolge un dialogo tra donna Eleonora e il capitano delle guardie, finito il quale lei sale a cavallo per dare inizio al corteo che si snoda tra i vicoli del centro storico. Secondo la tradizione, il ruolo di Eleonora d'Arborea è assegnato ogni anno a una Oristanese.


Tra il mito e la realtà

Molti si potranno chiedere su come Eleonora si spostasse effettivamente a cavallo. Diversamente da quanto si possa immaginare, fino al XV secolo le donne montavano a cavallo à califourchon. L'invenzione di selle "laterali" come sambue, è successiva. Secondo la tradizione, una delle prime a montare a cavallo con le spalle parallele alla schiena del cavallo è stata Anna di Boemia, moglie di Riccardo II, contemporanea a Eleonora.

Sa Sartiglia 2014

Considerata anche la necessità di fare lunghi viaggi in Sardegna per cercare l'appoggio dei sudditi, è quasi certo che Eleonora fosse un'ottima cavallerizza e montasse a cavallo à califourchon, cosa considerata normale e accettata per quei tempi. Quello che si sa per certo è che il legame tra le dame e cavalli fosse esistente già a quei tempi: il testamento di Beatrice, sorella di Eleonora, redatto nel 1370, oltre una gran quantità di denaro, gioielli e pietre preziose, stoffe, vari suppellettili, una corona e un cappello d'oro, lascia anche una scala dorata da donna per montare a cavallo. 

Si ringraziano Stella Meloni per il materiale fornito e Marotto Giovanni Gesuino per le foto di Sa Sartiglia 2014.

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