martedì 5 giugno 2012

La sala di Diana della reggia di Venaria Reale (parte 2) - Le protagoniste


Nel 1600 l'arte venatoria sta appassionando le corti di tutta l'Europa: si tratta di un passatempo talmente amato che perfino le dame iniziano a prenderne parte. Molte volte si tratta soltanto di spettatrici, ma alcune nobildonne sono talmente brave nell'andare a cavallo che molte volte riescono a seguire tutto il cerimoniale di caccia montando all'amazzone.

Di seguito vengono riportati alcuni ritratti delle più grandi protagoniste delle battute di caccia nella reggia di Venaria Reale.

 


Maria Cristina di Francia: la prima "Madama Reale" (1606 - 1663)


Figlia di Enrico IV e di Maria de' Medici, nel 1619 sposa il duca Vittorio Amedeo I di Savoia da cui ha sette figli:

Luigi Amedeo (1622 – 1628);
Luisa Cristina (1629 – 1692);
Francesco Giacinto (1632 – 1638);
Carlo Emanuele (1634 – 1675);
Margherita Violante (1635 – 1663);
Enrichetta Adelaide (1636 – 1676);
Caterina Beatrice (1636 – 1637).

Rimasta vedova nel 1637, diventa reggente del ducato in nome del primogenito Francesco Giacinto e, alla morte del figlio nel 1638, in nome del secondogenito Carlo Emanuele II (committente della Reggia di Diana), conservando il potere anche quando questi, nel 1650, diventa maggiorenne.

Si dice che Cristina fosse bella, volitiva, dinamica ed intelligente, sicuramente aveva un evidente gusto del fasto e conduceva una vita senza rinunce. A noi sono giunti due ritratti equestri di Maria Cristina.
 
Charles Dauphin "Ritratto equestre di Cristina di Savoia in veste di Minerva"

Il primo è un ritratto celebrativo di Charles Dauphin che ritrae Cristina in veste di Minerva. Si tratta di un ritratto pubblico, mirato ad illustrare la bellezza e le qualità della Madama Reale. Il personaggio di Minerva, dea romana della guerra e della saggezza non viene scelto del tutto casualmente: Minerva è una delle dee più celebrate ed è anche un esempio di equilibrio tra carattere forte ed ineguagliabili capacità intellettive. Oltre ciò, sembra che Cristina fosse chiamata dai contemporanei "la saggia Pallade alpina". La protagonista è ritratta in sella da amazzone sopra un cavallo morello scalpitante; il messaggio per lo spettatore appare essere chiaro: nonostante il cavallo sembri essere irrequieto, lei riesce a gestirlo senza l'aiuto di nessuno (infatti, si nota sullo sfondo un paggio moro che si sta allontanando dalla dama perché la sua mansione è soltanto quella di aiutarla di salire a cavallo). Sopra il paggio è rappresentata Fama ed un putto che sta annunciando il passaggio della protagonista. L'abbigliamento di Cristina è pieno di simboli iconografici di Minerva: la veste è stilizzata secondo i costumi romani, mentre la corazza rimanda alla simbologia della guerra, tipica della dea impersonata da Madama Reale. Nella mano destra Cristina tiene una spada estratta dal fodero, mentre in quella sinistra lo scudo, sopra il quale è rappresentata la testa della Medusa.
 
Ritratto di Cristina di Savoia in veste di Diana

Il secondo ritratto è simile al primo, ma sembra essere destinato ad un uso meno celebrativo: Cristina è ritratta mentre caccia in sella ad un cavallo grigio. In questo caso sembra che la dama si immedesimi proprio in Diana, dea più celebrata della Reggia di Venaria.


Luisa (Ludovica) Cristina (1629 – 1692)

 

Prima figlia della Madama Reale, su di lei ci sono giunte poche notizie storiche. Di notizie certe c'è quella che, per il volere della madre, Ludovica dovette sposare il proprio zio paterno Maurizio di Savoia di ben 36 anni più grande di lei. Il matrimonio fu celebrato nel 1642 a Torino quando Ludovica aveva soltanto 13 anni. Maurizio di Savoia morì nel 1657 lasciandola vedova a 27 anni e facendole ereditare grandi ricchezze, oltre la sua grande collezione d'arte. Rimasta vedova, Ludovica trascorse gran parte della sua vita nella Villa della Regina di Torino (anch'essa proprietà del suo marito).

Charles Dauphin "Ritratto di Ludovica Cristina di Savoia"

Ci è giunto un ritratto di Luisa molto simile a quello di sua madre. Nell'opera di Charles Dauphin, Ludovica è rappresentata in una posa identica, ma non si immedesima in nessuna delle dee mitologiche, bensì vuole sottolineare il fasto della famiglia a cui appartiene. Sia l'abbigliamento di Ludovica che la bardatura del cavallo appaiono essere molto più elaborati rispetto al ritratto della madre: l'imboccatura in oro, la coperta-sottosella in pizzo trasparente ed anche la stessa Ludovica avvolta in metri di stoffa pregiata che calza delle scarpe dal tacco quasi vertiginoso sono chiari segnali di un fasto senza precedenti. Dietro di lei, un paggio conduce i cani pronti per essere sciolti nel momento del "lancer".


Enrichetta Adelaide di Savoia (1636 – 1676)

 

Terza figlia della Madama Reale, nel 1650 sposa il duca di Baviera Ferdinando Maria Wittelsbach. Il ritratto della coppia è opera di Jan Miel ed è uno dei più affascinanti della sala di Diana. La coppia è rappresentata durante l'inizio del "lancer" in cui i cani vengono sciolti e il grande inseguimento della preda ha inizio. La coppia è pronta per cacciare, ha le lance in mano, i cavalli sono spronati verso l'inseguimento della preda. Ferdinando monta un cavallo pezzato, mentre Enrichetta un bellissimo grigio, degno della bellezza dell'amazzone. La dama indossa un abito color platino con la gonna blu e rosa, mentre il copricapo è decorato con piume dei più svariati colori. 

Jan Miel "Enrichetta Adelaide di Savoia e Ferdinando di Baviera"

Enrichetta Adelaide ebbe larga influenza negli affari esteri della Baviera, indirizzando il suo paese d'adozione verso una politica filo-francese. Inoltre, Enrichetta fu anche una delle maggiori promotrici della realizzazione dei nuovi edifici a Monaco di Baviera, quali la residenza reale, il Castello di Nymphenburg e la chiesa Theatinerkirche. Alla corte di Monaco furono invitati numerosi artisti italiani, che introdussero in Baviera l'amore per l'Opera italiana.


Maria Giovanna Battista (1644 – 1724)

 

La duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours sposa nel 1665 il duca Carlo Emanuele II, figlio di Madama Reale nonché erede al trono dei Savoia. Per il duca si tratta del secondo matrimonio dopo la morte prematura della prima consorte Francesca Maddalena d'Orléans. Allo stesso modo di Cristina di Francia, Maria Giovanna perde il marito dopo qualche anno e, di conseguenza, decide di assumere lei la reggenza finché il suo figlio Vittorio Amedeo II avrà l'età per governare. Per questo Maria Giovanna viene anche chiamata la "seconda Madama Reale". Anni dopo, Vittorio Amedeo II, intuendo il piano della madre e spinto dai suoi ministri, con una specie di colpo di stato la dichiara decaduta e priva di ogni autorità politica, costringendo Giovanna ad abbandonare la scena politica e a dedicarsi all'arte e allo sviluppo della città di Torino.

Descritta da molti come una donna dal carattere freddo, autoritario ed animata da grandi ambizioni, sembra che Maria Giovanna fosse particolarmente incline verso le feste magnifiche e non badasse a spese. Celebre è l'epiteto di Maria Giovanna che viene chiamata come "Diana non favolosa della Real venaria". Di certo, la seconda Madama Reale non voleva essere inferiore alla regnante precedente Cristina di Francia. 

Giovanni Luigi Buffi "Ritratto equestre di Maria Giovanna Battista di Savoia"

Il ritratto di Giovanna si trova a Palazzo Madama ed è attribuito a Giovanni Luigi Buffi. Il dipinto, tuttavia, può far sorgere dubbi se ad essere ritratta sia effettivamente Maria Giovanna o se non si tratti di una copia libera del ritratto di Dauphin raffigurante Cristina di Francia. Le differenze tra i due quadri ci sono, ma tanti sono gli elementi comuni a cominciare dal cavallo e dall'amazzone: stesso cavallo, stessa posizione dell'animale, stessi vestiti e stessa spada nella mano destra, come anche la rappresentazione di Fama che precede la Madama. 

1 commento:

  1. E' sempre un piacere leggere le tue descrizioni artistiche! Brava!

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